Culto 26 aprile 2020

Presidenza: Alessandro

CI INCONTRIAMO NELLA SUA PRESENZA

Lettura biblica: Michea 2,12-13

12 «Io ti radunerò, o Giacobbe, ti radunerò tutto quanto! Certo io raccoglierò il resto d'Israele; io li farò venire assieme come pecore in un ovile; come un gregge in mezzo al pascolo; il luogo sarà pieno di gente. 13 Chi farà la breccia salirà davanti a loro; essi faranno la breccia, passeranno per la porta e per essa usciranno; il loro re marcerà davanti a loro e il SIGNORE sarà alla loro testa».

Una delle espressioni con cui forse siamo diventati più familiari da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus è “immunità di gregge”. Anche questa settimana se ne parlava nei principali quotidiani per spiegare l’evolversi della situazione in un paese come la Svezia.

Di cosa si tratta? Su un autorevole sito troviamo la seguente definizione: “l’immunità di gregge è un meccanismo per cui, quando la maggior parte di una popolazione è immune nei confronti di una infezione (perché l’ha contratta o è stata vaccinata), l’agente patogeno non trova soggetti da infettare, rendendo protetti per via indiretta anche i pochi che sono ancora suscettibili”.

L’immunità di gregge è stata al centro di vigorose polemiche. Sappiamo infatti che alcuni governi, almeno in una fase iniziale, hanno puntato su questo meccanismo per combattere la pandemia, favorendo un “contagio controllato” della popolazione ed adottando provvedimenti moderati sul fronte del contenimento sociale. A questi si sono contrapposti quei governi che hanno puntato esclusivamente sul contenimento sociale, ritenendo la strategia dell’immunità di gregge troppo rischiosa. L’Italia è tra questi.

La scelta tra queste due strategie comporta profonde ripercussioni su diversi piani (economico, sociale, etc.) e non è nostro obiettivo entrare in questo dibattito. Vogliamo però soffermarci sull’immagine dell’immunità di gregge in una cornice più ampia. Al di là del significato scientifico molto preciso di questa espressione, vogliamo pensare a tutte quelle volte in cui l’umanità crede di essere un gregge e di poter trovare in sé stessa le risorse per “immunizzarsi”, per superare le sfide della storia. La pandemia ha totalmente distrutto queste pretese ed ha messo in luce ancora una volta le profonde fratture che affliggono l’umanità a causa della frattura del peccato. Sono sotto i nostri occhi i durissimi scontri sul piano politico, sia nazionale che internazionale; i grandi gesti di solidarietà affiancati da altrettanti gesti di irresponsabilità ed incoscienza; gli scontri all’interno della comunità scientifica e così via. L’umanità mostra ancora una volta la sua grande frammentarietà, frutto del peccato e della ribellione a Dio. Forse possiamo parlare di immunità di gregge, ma non certo di umanità del gregge. Il gregge dell’umanità non esiste.

Il profeta Michea visse in tempi in cui il popolo di Israele era soggetto a grandi tensioni interne ed a forti pressioni in politica estera. Eppure Michea parlava di un gregge in grado di attraversare le sfide della storia senza perdere la propria compattezza. Si tratta del gregge di Dio. Con Michea possiamo soffermarci su tre caratteristiche di questo gregge:

1. Un gregge unito

Io ti radunerò, o Giacobbe, ti radunerò tutto quanto! Certo io raccoglierò il resto d'Israele (v.12). Il gregge di Dio è un gregge che è stato radunato e raccolto da Dio stesso. Persone che erano fuori dall’alleanza, in mezzo alla frammentarietà del mondo segnato dal peccato, sono state raccolte in un gregge che vive in alleanza con Dio. C’è un forte senso di unità in queste parole. Il popolo di Dio è un popolo unito.

Queste settimane di quarantena ci hanno causato diverse privazioni. Gli italiani chiedono a gran voce di poter riaprire i parchi, le palestre, i bar, i ristoranti ed i più diversi luoghi di svago. Forse è l’occasione per chiederci cosa ci è mancato veramente. Non ha forse lo Spirito Santo impresso nei nostri cuori il desiderio intenso di rivedere i fratelli e le sorelle e di poter celebrare Dio insieme come suo popolo? Forse ci siamo anche rammaricati per non aver potuto celebrare la nostra agape del 25 aprile insieme alle chiese sorelle. Il gregge è desideroso di riunirsi dinnanzi al Dio che lo ha raccolto!

Lo Spirito ha anche dato alla Chiesa in Italia la possibilità di manifestare in modo visibile l’unità conquistata da Cristo alla croce. Abbiamo ad esempio assistito alle iniziative di preghiera promosse dall’Alleanza Evangelica Italiana cui numerose comunità evangeliche hanno preso parte. Rispetto alle tante voci discordanti, un solidale grido di preghiera è stato innalzato a Dio dal suo popolo. Il Coronavirus ha forse diviso ulteriormente un’umanità già frammentata, ma non ha potuto intaccare l’unità del popolo raccolto da Dio.

2. Un gregge protetto

Dio non ha mai cessato di proteggere il suo popolo durante questa pandemia. Il profeta Michea usa l’immagine dell’ovile, luogo della protezione di Dio: io li farò venire insieme come pecore in un ovile (v.12). Il profeta Isaia, quando evocava il buon pastore che Dio avrebbe mandato, scriveva: come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano Is 40,11.

Il Signore Gesù è il buon pastore che ha dato la sua vita per le pecore Gv 10,11. Egli non ha distolto il suo sguardo dal gregge nemmeno dinnanzi a questa epidemia, né mai lo farà! Possiamo ringraziare il Signore perché anche durante un tempo così difficile non siamo stati sopraffatti dalla paura ma abbiamo potuto sperimentare in diversi modi il senso della sua protezione.

3. Un gregge regale

Il gregge di Dio non si rifugia impaurito tra le mura dell’ovile, arretrando dinnanzi agli ostacoli che la pandemia sta creando. Il profeta Michea usa la bellissima immagine di una breccia scavata in un muro: “Chi farà la breccia salirà davanti a loro; essi faranno la breccia, passeranno per la porta e per essa usciranno; il loro re marcerà davanti a loro e il SIGNORE sarà alla loro testa” (v.13).

Dal pacifico scenario dell’ovile si passa al fronte del combattimento. Il buon pastore è anche il Re dei re. Dinnanzi ad un insormontabile muro, il re fa una breccia e sale davanti al suo popolo. Le pecore lo seguono coraggiose, marciando sotto la sua guida. Il gregge non rimane fermo ed intimorito dinnanzi ad un muro che non osa valicare, ma è impegnato nel fare una breccia.

Certamente questa immagine evoca impegno e creatività. Il gregge coraggioso può attingere ai solidi riferimenti che la Parola di Dio offre per vivere con pienezza il proprio impegno regale e profetico in questi tempi di emergenza, offrendo una solida prospettiva a questa generazione impaurita, addolorata e disorientata. C’è una parola che anche oggi Dio vuole rivolgere al suo gregge, perché questo possa scavare brecce ed abbattere muri.

CELEBRIAMO LA SUA GRANDEZZA
  • Canto: “Risvegliati, oh popolo di Dio” (n. 755)
  • Preghiera: liberamente sulla scia dell’introduzione
  • Canto: “Alla dolce…” (n. 745)
  • Testimonianza: condivisione libera
ASCOLTIAMO LA SUA PAROLA
  • Canto: “Come un tesoro” (n. 743)
  • Predicazione:“Dio profetizza la redenzione attraverso i profeti: la redenzione profetizzata (parte 2)” Salmo 106,1-2 (Pastore Pietro Bolognes

    https://www.chiesaevangelicapadova.it/sermons/show/24

  • Canto: “Ognuno confesserà che Gesù è il Signore” (n. 624)
RISPONDIAMO ALLA SUA CHIAMATA
  • Offerta: per chi lo desidera è possibile mettere da parte l’offerta per quando sarà possibile incontrarsi nei locali
  • Comunicazioni: la scaletta del culto di domenica prossima sarà disponibile all’indirizzo https://www.chiesaevangelicapadova.it/culto-3-maggio-2020
  • Benedizione: che la grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti noi.