18. Della sicurezza della grazia e della salvezza

1.Anche se i credenti temporanei e altri uomini non rigenerati possono ingannarsi con false speranze e presunzioni carnali di avere il favore di Dio e di essere salvati, queste loro speranze si riveleranno infondate (Gb 8,13-14; Mt 7,22-23). Al contrario, quelli che credono veramente nel Signore Gesù, lo amano con sincerità, e che si sforzano di camminare in buona coscienza davanti a Lui, possono in questa vita avere la certezza di essere nello stato di grazia e possono gloriarsi nella speranza della gloria di Dio (1Gv 2,3; 1Gv 3,14-24; 1Gv 5,13); e da una tale speranza non saranno mai delusi (Ro 5,2-5).

2.Questa sicurezza non è semplicemente una convinzione ipotetica o probabile fondata su una speranza fallibile. E' invece una sicurezza di fede infallibile (Eb 6,11,19) che ha come fondamento il sangue e la giustizia di Cristo rivelati nell'Evangelo (Eb 6,17-18), la prova interiore delle grazie dello Spirito in conformità alle promesse fatte nelle Scritture (2P 1,4-11) e la testimonianza dello Spirito di adozione il quale attesta insieme al nostro spirito che siamo figli di Dio (Ro 8,15-16) e mantiene il nostro cuore umile e santo (1Gv 3,1-3).

3. Questa sicurezza infallibile non fa parte dell'essenza della fede al punto da essere una esperienza automatica ed inevitabile. Un vero credente può aspettare a lungo e lottare contro tante difficoltà prima di esserne partecipe (Is 50,10; Sl 88; Sl 77,1-12). Tuttavia, conoscendo le cose che Dio dà liberamente per l'aiuto dello Spirito può, senza alcuna rivelazione straordinaria, raggiungere questa sicurezza se si serve dei mezzi della grazia nel modo giusto (1Gv 4,13; Eb 6,11-12). Perciò tutti hanno il dovere di impegnarsi a rendere sicura la loro vocazione ed elezione affinché il loro cuore possa essere ripieno di pace e di gioia nello Spirito Santo, di amore e riconoscenza verso Dio e di forza e allegrezza nel compimento dei doveri di obbedienza i quali sono i frutti naturali della sicurezza (Ro 5,1-5; Ro 14,17; Sl 119,32) che non dispone certo gli uomini alle azioni dissolute (Ro 6,1-2; Tt 2,11-14).

4. La sicurezza della salvezza dei veri credenti può essere scossa, diminuita o interrotta in vari modi: o perché trascurano di preservarla (Cant 5,2-6), o perché sono caduti in qualche peccato particolare il quale ferisce la coscienza e contrista lo Spirito (Sl 51,8-14), o per una tentazione improvvisa e forte (Sl 116,11; Sl 77,7-8; Sl 31,2), o perché Dio ha nascosto la luce del suo volto, lasciando che anche quelli che lo temono camminino nelle tenebre senza una luce (Sl 30,7). Tuttavia, i credenti non sono mai privati del seme di Dio (1Gv 3,9), della vita di fede (Lu 22,32), dell'amore di Cristo e dei fratelli, della sincerità di cuore e della coscienza del proprio dovere. Per mezzo di queste cose e per l'operazione dello Spirito è possibile con il tempo ravvivare (Sl 42,5-11) la loro sicurezza e nel frattempo queste grazie li preservano dalla totale disperazione (La 3,26-31).