Il nostro culto a Dio e il Codiv-19

Le recenti disposizioni riguardanti l'emergenza del coronavirus (COVID-19), hanno suscitato in noi la riflessione che segue.

1. Riconosciamo che siamo spesso tentati dalla presunzione d’autonomia e da deliri d’onnipotenza e che questa vicenda ci rammenta invece che per vivere dipendiamo sempre dalla provvidenziale cura di Dio. Siamo allora propensi a pensare che anche questa sia occasione per rinnovare in noi il senso della nostra fragilità.

2. Siamo consapevoli che certi allarmismi s’innestino su paure più profonde già presenti nelle persone e facciano spesso surrettiziamente leva su di esse anziché offrire oggettive descrizioni della realtà in quanto tale. Anche per questo auspichiamo che le persone trovino la guarigione dalle paure in una sana relazione con Dio.

3. Prendiamo atto dell’impegno attuale dello stato nel tutelare la salute pubblica attraverso misure appropriate anche se in passato ha preteso discriminare alcune forme di fede evangelica pretendendo che esse fossero “nocive dell’integrità fisica e psichica della razza”. Poiché sappiamo che la salute è anche legata alla dimensione spirituale della persona, rimaniamo vigili perché a tutt’oggi manca una legislazione in merito alla libertà religiosa.

4. Ribadiamo la convinzione che la vita umana sia essenzialmente un culto e che la nostra relazione con Dio sia più importante degli idoli, anche di quello della salute. Educati così a coltivare le priorità, manteniamo il nostro impegno nel voler offrire a Dio un culto ragionevole (Rm 12,1-2), ascoltando la predicazione della Parola di Dio, ritrovandoci tra fratelli e sorelle, annunciando la buona notizia in comunione con altre realtà evangeliche (CERBI, AEI).

5. Ci impegniamo a rispettare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare la propagazione del coronavirus attraverso le misure sanitarie disposte dai vari decreti, sanificando le strumentazioni di cui disponiamo e garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale. Esprimiamo però la nostra preoccupazione per il nuovo decreto (DPCM 8/03/20) che rende impraticabile ogni sorta di celebrazione pur avendo locali idonei da un punto di vista sanitario.

6. Consapevoli che tutta la vita umana ha la sua direzione nell’ottica del proposito creativo di Dio, preghiamo che nella Sua infinità bontà Dio voglia usare questa circostanza perché le persone fuori dall’alleanza con Lui prendano coscienza della propria impotenza davanti a certi pericoli. Questa può essere l’occasione per rivolgersi a Dio aprendosi a un’autentica relazione attraverso l’unico Mediatore Gesù Cristo rivelato nella Scrittura Parola di Dio, perché si può esistere tenendosi a distanza gli uni dagli altri, ma non si può essere salvati tenendosi a distanza dal Dio dell’alleanza.